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Materiali per la formazione dei docenti
nelle metodologie educative di inclusione sociale

Materiali per la formazione dei docenti
nelle metodologie educative di inclusione sociale

Cesare Moreno – Coordinamento del Progetto Chance – Presidente ONLUS Maestri di Strada
Sperimentalità agita per promuovere la cittadinanza giovanile 1
Sette principi guida per una pedagogia sperimentale 2
Una nuova tecnologia educativa centrata sulla comunità 3
Nuova professionalità docente e nuove figure professionali 4
La comunità educante come comunità di pratica 4
Principi deontologici regolativi del servizio in una scuola Sperimentale 5
La comunità di apprendimento come istituzione  per la formazione condivisa degli operatori della conoscenza  7
Ridefinizione della professionalità docente 7
Gruppi di discussione come gruppi di apprendimento dall’esperienza 8
La condivisione come modalità comunicativa efficace; strumento per la costruzione di contenitori connessi 8
Il gruppo come spazio condiviso e sicuro; cognizione, scenari, trame, narrazioni 9
Identità professionali deboli e servizi aperti 10
Relazioni di cura, interventi clinici, accompagnamento educativo  10
Lo sguardo del predatore, e quello della preda: guardare diritto all’obiettivo, guardarsi attorno  11
La mente evocativa, le risonanze nello spazio e nel tempo: memoria di esperienze, identificazione nell’altro. 11
Il lavoro educativo come elaborazione di costrutti istituzionali per gestire in modo produttivo le emozioni 12
Passione ed intelligenza nella fondazione di una comunità di educatori 12
Passione ed intelligenza 13
Una configurazione di lavoro per l’apprendimento circolare 13
Sette temi di discussione 15
Le attività socio-educative come educazione di comunità. 19
Il gruppo per accogliere e contenere 19
Cosa deve imparare l’educatore 21
Lingue armate e linguaggi dell’accoglienza  21
Sancho Panza e Don Chisciotte 22
L’esperienza diventa maestra se riusciamo a darle la parola 24
Il benessere degli educatori  come fattore di produzione della buona crescita dei giovani a scuola  25
Insegnare in contesti degradati e violenti 28
Fiducia nelle istituzioni, fiducia nelle persone, fiducia in se stessi. 28
L’alleanza educativa 31
Formare i docenti per operare in contesti difficili e violenti 32

Sperimentalità agita per promuovere la cittadinanza giovanile

Il successo formativo delle nuove generazioni si misura sulla capacità dei giovani di assumere una posizione attiva nello sviluppo della convivenza civile, nella realizzazione di una nuova cittadinanza.
Gli insuccessi formativi, molto più numerosi che gli abbandoni scolastici, la dispersione dei giovani in percorsi di vita affatto educativi, da molti anni pongono ai sistemi scolastici una sfida nuova che mette in discussione un assetto della scuola vecchio di millenni e, nel suo assetto attuale, vecchio di quattro secoli.
Sono innumerevoli gli esperimenti condotti per prevenire recuperare la dispersione e l’insuccesso formativo e nessuno ha conseguito successi risolutivi. Le riforme e le metodologie si sono mosse all’interno di un quadro statico immaginando di traghettare la scuola e le sue metodologie da un assetto statico ad un nuovo assetto statico. Forse è giunto il momento di dire che questo non è possibile, che passare da una scuola di tutti che si rivolge all’allievo generico, ad una scuola di ciascuno che intende parlare al giovane nella sua singolarità, persona unica ed irripetibile, ipotizza una dimensione sperimentale sistematica che viene agita ogni giorno in una relazione allievo educatore di tipo dinamico, essa stessa sperimentale.
L’apprendimento e le relazioni tra persone sono all’insegna della grande complessità; la probabilità che in una situazione complessa più fattori concorrano a deprimere capacità di apprendimento e il benessere esistenziale sono estremamente alte. Il sistema di istruzione attuale nonostante i tanti e profondi cambiamenti si muove all’insegna della linearità, fornisce risposte puntiformi a bisogni complessi ed articolati ed è quindi sistemicamente inefficace.
Molte delle risposte fornite ai problemi della scuola sono state risposte puntiformi o lineari a problemi complessi e quindi destinate insieme ad un certo successo locale e ad un insuccesso globale. Spesso il singolo docente, il singolo progetto non sono consapevoli dell’insuccesso globale della impossibilità di diffondere una metodologia in un sistema che non è attrezzato a riceverla. Il compito di una riflessione critica nella formazione dei docenti è proporre metodologie innovative nella consapevolezza che esse si realizzano in un contesto intrinsecamente non accogliente, oggettivamente alquanto ostile.
Le idee di seguito proposte derivano essenzialmente da tre fonti:

    • i programmi di lotta alla dispersione scolastica sperimentate in Italia a partire dal 1987 e sviluppatesi fino alle soglie del 2000 in una serie di progetti di ricerca-azione denominati SPORA (Sperimentare, Orientare, Accogliere) realizzati in scuole di tutto il territorio nazionale. Alcune di quelle metodologie sono state oggi assunte e trasformate nei progetti afferenti al PON di cui è titolare il Ministero della Pubblica Istruzione.
      La società Nova Metis ha fatto della diffusione di quelle metodologie e dei loro sviluppi la propria ragione sociale.
    • un gruppo di scuole, cosiddette della seconda occasione, che sta sperimentando dalla fine degli anni 90 metodologie integrate per la prevenzione della dispersione scolastica e per il successo formativo. Tra queste l’esperienza a cui più immediatamente si riferiscono gli scritti che seguono sono quelle del progetto Chance, oggi “Sezione Associata Sperimentale per il recupero della dispersione scolastica” Chance dell’Istituto Professionale Sannino di Napoli.
    • Esperienze della Associazione Maestri di Strada ONLUS che come membro della rete Europea di lotta alla Povertà sostiene e realizza progetti di inclusione sociale centrati su educazione e formazione.

     

 
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