Rispetto e cannoli

Giovanni Falcone in "Cose di Cosa Nostra"

Alcune osservazioni sulla relazione con le persone che vivono una vita criminale e sul come stabilire una ‘alleanza’ educativa con loro ( da adattare)

Giudico inammissibile che le forze dell’ordine non tengano un comportamento di assoluta correttezza nei confronti dei sospettati. So di un commissario di polizia che, recatosi per l’ennesima volta a perquisire la casa di un capomafia in quel momento detenuto, di fronte alla moglie che lamentava “Ma siamo perseguitati, presto ci ritroveremo senza un soldo”, si permise di tirare fuori 500 lire e di dargliele. Umiliazione inutile, servita solo a procurare un attimo di soddisfazione al commissario in questione, ma molto rancore dall’altra parte. (Falcone pag 156)

(ho scelto) argomenti che possono confortare il pentito nella sua ansia di parlare. Ma non ingannandolo mai sulle difficoltà che lo attendono per il semplice fatto di collaborare con la giustizia. Non gli ho mai dato del ‘tu’ al contrario di tanti altri, non lo ho mai insultato, come alcuni credono di essere autorizzati a fare, e neppure gli ho portato dolci come qualcuno ha insinuato ”Falcone porta tutti i giorni cannoli a Buscetta....”

Tra me e loro c’è stato sempre un tavolo, nel senso proprio e metaforico del termine sono pagato dallo Stato per perseguire dei criminali, non per farmi degli amici (Falcone pag. 68-69)

Anche il ministro Scalfaro giudica inammissibili comportamenti scorretti da parte dello Stato, anche nei confronti dei peggiori criminali.

Questo atteggiamento ti appare debole o forte? Quale significato ha mantenere un atteggiamento di rispetto nei confronti di un pluriomicida riconosciuto?

Si può organizzare una rapida inchiesta tra i giovani della scuola e fuori su questo tema.

L’autore sostiene che l’aura di mistero e inconoscibilità creata attorno alla mafia e giustificata con l’omertà é artificiosa e risale a precise responsabilità. Quali e di chi?
B - La scelta della vita

“Nacqui a legame d’amore, non d’odio” (Antigone contro il re Creonte ; nella tragedia di Sofocle)

... le donne che in passato hanno raramente avuto una parte decisiva nella vita dei mariti - i quali si accontentavano di una famiglia di tipo matriarcale dove la sposa, senza mai venire informata di alcunché, sapeva tutto ma stava zitta - le donne, hanno assunto un ruolo determinante decise e sicure di sé, sono diventate il simbolo di quanto c’è di vitale, gioioso e piacevole nell’esistenza; sono entrate in rotta di collisione con il mondo oscuro, tragico, ripiegato su se stesso e sempre sul chi vive di Cosa Nostra (Falcone pag 85)

In questo e nei precedenti capitoli hanno avuto un ruolo non secondario le donne. Altri casi di donne protagoniste sono nel prossimo capitolo (Le intraprendenti donne di Torretta) e nell’ultimo capitolo (La signora col lenzuolino). Si tratta di figure, di comportamenti e situazioni diverse. Prova a sviluppare l’argomento della vita femminile in terra di mafia usando gli argomenti offerti dal testo. Se hai la possibilità di consultare il libro “Cose di cosa nostra” di Giocanni Falcone, troverai molti altri esempi ed osservazioni su questo argomento.

Per chi é in grado di farlo la lettura della tragedia di Sofocle da cui é tratta la citazione, offre la possibilità di leggere in modo diverso il contrasto tra gli aspetti gioiosi della vita e il mondo oscuro della violenza, come contrasto tra i sentimenti, i legami affettivi e la ‘legge’ del potere e della guerra. Antigone é il personaggio femminile che nel modo più esplicito, radicale, coraggioso e consapevole si oppone alla legge della violenza.

E’ possibile uscire dalla cultura di morte della mafia?

“Coloro che hanno ripudiato Cosa Nostra hanno compreso quale cultura di morte essa diffonde ed esalta e hanno scelto la vita.

Francesco Marino Mannoia sospirava rievocando di fronte a me l’epoca della sua affiliazione

“Che tragedia! E dire che mi piacevano tanto le belle donne e le Ferrari! E ricordava i viaggi a Napoli per rilassarsi e divertirsi, per fare “la bella vita” come si dice.

....

Per motivi interni a Cosa Nostra aveva dovuto sposare Rosa, figlia del boss Pietro Vernengo pur essendo innamorato di un’altra, Rita, che tra l’altro aspettava un figlio da lui. Non se lo é mai perdonato, si porta dietro un rimorso cocente per quella storia. Alla fine é stata Rita la compagna del suo percorso di pentito, conducendo magistralmente le trattative con De Gennaro per la sua resa...

Mannoia ha scelto la vita, ma non perché avesse paura della morte. A un certo punto della sua esistenza ha preferito l’amore ai tradizionali valori familiari conformi al codice mafioso. Ha scelto quello che di vitale e di gioioso rappresentava la possibilità di proteggere la sua compagna ed i suoi figli. (Falcone pag. 83)

Mannoia sembra rappresentare un tipo di collaboratore diverso ”Sono pentito nel senso più semplice della parola, dato che mi sono reso conto del grave errore commesso scegliendo la strada del crimine” (ibidem)

Dopo aver letto la storia dei pentiti puoi svolgere delle riflessioni sul ruolo che ha una azione repressiva incisiva e corretta, sulla importanza del ‘rispetto’ assunto dai giudici come Falcone, sull’importanza di efficaci misure di protezione per i pentiti.

Alla luce di queste riflessioni puoi forse anche ricostruire perché sono stati uccisi Peppino Impastato, Mauro Rostagno che cercavano di risvegliare le coscienze, o Libero Grassi ed altri imprenditori che mostravano di non sottostare alle minacce della mafia.
C - Patologia della vita mafiosa

“Fratello, ricordati che devi morire” ci insegna la chiesa cattolica. Il catechismo non scritto dei mafiosi suggerisce qualcosa di analogo il rischio costante della morte, lo scarso valore attribuito alla vita altrui, ma anche alla propria, li costringono a vivere in uno stato di perenne allerta. Spesso ci stupiamo della quantità incredibile di dettagli che popolano la memoria della gente di cosa Nostra. MA quando si vive come loro in attesa del peggio si é costretti a raccogliere anche le briciole. Niente é inutile. Niente é frutto del caso. La certezza della morte vicina, tra un attimo, tra una settimana, un anno, pervade del senso di precarietà ogni istante della loro vita (Falcone pag. 52)

Tutto é messaggio, tutto é carico di significato nel mondo di Cosa Nostra non esistono particolari trascurabili. E’ un esercizio affascinante che esige tuttavia un attenzione sempre vigile (pag 51)

Si può scorgere qualcosa di patologico in questo scambio di cerimonie, in questo attaccamento ai dettagli. Ma chi vive a contatto con il pericolo ha bisogno di comprendere il significato degli indizi apparentemente più irrilevanti, di interpretarli mediante un’opera costante di decodificazione. E questo vale per chiunque, poliziotto, magistrato, criminale. (Falcone pag. 52)

“Aumento del tono aggressivo in breve significa che questa persona reagisce in maniera abnorme. Stimoli che in una persona normale non supererebbero la soglia per produrre una reazione, in queste persone possono scatenare meccanismi impensati........ molte genialità artistiche o scientifiche nascono da questo stato. Ma la risoluzione positiva di questa condizione dipende in genere dal livello culturale della persona, dalla sua capacità di indirizzare la propria aggressività....”(dall’intervista al prof Aragona)

Le affermazioni del giudice Falcone e del prof. Aragona messe a confronto descrivono due percorsi paralleli uno interno, corporale, l’altro esterno, caratteriale. Prova a stabilire la corrispondenza tra i diversi punti del percorso per evidenziare come a certe ‘qualità’ corrispondano elevati costi personali. La vita non é in gioco solo quando ci si trova di fronte ad un’arma spianata, ma anche quando di pensa e si riflette evidenziate i ‘costi’, che non solo i mafiosi, devono pagare per mantenere una sensibilità al di sopra della norma.

Viene ripetuto da molti che in certe zone ‘il delitto paga, il lavoro no’. Le osservazioni precedenti dimostrano che il prezzo che si paga per il delitto é elevatissimo. Ti sembra allora che l’affermazione citata sia ben fondata, che abbia considerato tutti gli aspetti del lavoro e del delitto? Prova a usare le argomentazioni ricavate dal testo per confutare questa tesi.

Di nuovo viene chiamata in causa la cultura, questa volta come fattore di controllo della aggressività. Cosa significa una simile affermazione? Puoi spiegare perché la cultura aiuta a controllare e ad indirizzare l’aggressività? Tra gli argomenti scientifici studiati a scuola hai mai trattato questo argomento, sai quali sono i meccanismi ormonali che scatenano le reazioni di fuga e aggressione?

Ti suggeriamo di incominciare a guardarti vicino hai mai conosciuto ragazzi che rispondono sempre in modo aggressivo perché hanno difficoltà a trovare risposte articolate?

Anche gli adolescenti per il loro naturale sviluppo sono in preda a ‘tempeste ormonali’. Te ne ha mai parlato qualcuno? Puoi provare a pensare quali manifestazioni adolescenziali sono effetto di tali ‘tempeste ormonali’ ed in quale modo tu stesso o i tuoi conoscenti le controllano.

E’ mai capitato a te o a qualche conoscente di fare delle cose pericolose, di sfidare il pericolo o solo delle persone importanti? C’è un nesso tra queste esperienze e il controllo della aggressività? Esistono delle differenze sessuali in proposito?

 
spaziatore