Centri di Attività per la Cittadinanza Giovanile

CENTRI ATTIVITA’ CI-GIOVA

Linee guida per lo sviluppo di progetti educativi personalizzati rivolti a giovani  disorientati o semplicemente desiderosi di una esperienza sociale più larga e partecipata

Principi generali

I centri per la cittadinanza giovanile propongono percorsi di crescita attraverso la valorizzazione delle conoscenze e delle competenze dei giovani e particolarmente creando uno spazio di sperimentazione di sé che non serve a riempire il tempo libero da impegni di studio o familiari, ma soprattutto a valorizzare conoscenze e competenze maturate a scuola o nelle situazioni di vita.

I  Centri di attività non rappresentano l’alternativa gioiosa o piacevole al tempo  gravoso della scuola o della famiglia, ma il compimento significativo dei percorsi di crescita che si realizzano nei diversi ambienti. Ogni attività  non è organizzata per i giovani, ma organizzata dai giovani che attraverso di esse crescono e sperimentano se stessi e le conoscenze  acquisite. Una attività che non porti con sé un senso di utilità per sé,  il senso di crescita e di benessere  connesso, non è una attività che promuove il giovane.

I centri di Attività sono complementari alla scuola in quanto offrono un campo di sperimentazione nella realtà del territorio; non sono il luogo per  ‘compensare’ la situazione di allievi deficitari, in difficoltà, drop out. Sono centri sociali in quanto promuovono i legami e la socialità, identità ed appartenenza.  Le attività dei centri sono innanzi tutto attività d’insieme, che offrono ai giovani la possibilità di collaborare tra loro, e di manifestare la loro presenza nel territorio come gruppi coesi e produttivi.

I centri di attività promuovono la rottura di ogni barriera e segregazione  sociale sia fondate su pregiudizi e stereotipi sia fondate sulle differenze reali di età, di sesso, di fede politica o religiosa. I giovani del centro quindi si attivano per sviluppare la rete delle relazioni sociali intorno ai giovani che crescono e particolarmente con le figure a loro più vicine che nella fase giovanile necessariamente vivono un disagio per il distacco dei figli e per la difficoltà ad assicurare loro un futuro positivo. Particolarmente occorre promuovere una cultura dei generi che aiuti i giovani ad assumere nei confronti di se stessi e dell’altro sesso un atteggiamento rispettoso e consapevole e li aiuti a vivere  positivamente l’approssimarsi del periodo in cui diventa possibile organizzare una propria famiglia e assumere ruoli adulti senza fughe in avanti o pericolose regressioni.

I centri di attività per promuovere l’ingresso dei giovani nei ruoli adulti devono necessariamente impegnarsi perché i giovani abbiano un contatto con il mondo del lavoro consapevole, produttivo, adeguato sia sotto il profilo normativo sia sotto il profilo della sicurezza ed igiene. I centri promuovono quindi per quanto possibile  nel territorio occasione di collaborazione con professionisti appassionati e con imprenditori socialmente impegnati, per migliorare la visione dei giovani di un mondo del lavoro che troppo spesso si presenta a loro  con l’aspetto dell’illegalità e dello sfruttamento eccessivo.

Il centro di attività promuove la conoscenza della scienza, della tecnica, dell’arte, del patrimonio artistico, culturale, naturale del territorio quali occasioni della crescita personale e di interazione sociale che consentono a ciascuno di vivere i luoghi e sentirsi attraverso di essi parte della comunità.

Il centro di attività opera nel territorio come “Agente di sviluppo” promuovendo la partecipazione e la cittadinanza  attiva degli adulti  per sostenere la crescita e l’emancipazione dei giovani.  Il centro di attività promuove quindi incontri ed attività finalizzate a valorizzare l’impegno dei giovani presso gli adulti e finalizzato a contrastare le pratiche di vita che più gravemente nuocciono alla crescita dei giovani: la discriminazione sessuale, la violenza contro i più giovani e contro le donne, lo sfruttamento del lavoro giovanile, il coinvolgimento dei giovani nelle attività criminali. 

Tipologia di azioni proponibili in collaborazione con la scuola

Nel centro di attività giovanile  possono realizzarsi una molteplicità di azioni promosse da soggetti diversi, con finalità talora diverse da quelle del progetto educativo che qui si propone. La collaborazione  tra le diverse iniziative è ricercata e condivisa a patto che  si trovi il modo di far convergere le diverse iniziative verso l’obiettivo della piena crescita dei giovani così come viene qui delineata. Il progetto educativo della scuola in ogni caso persegue gli obiettivi indicati nelle linee guida attraverso azioni specifiche coerenti con quelle, e di seguito accennate.

Laboratorio della cittadinanza

Il centro di attività rispetto al percorso scolastico è un laboratorio a cielo aperto, nel contesto di vita, del percorso di cittadinanza che costituisce la struttura portante del programma di studi della Scuola  . Si realizzeranno quindi nel territorio, cercando anche le risorse e le alleanze educative locali, i percorsi di incontro con la dimensione religiosa, con le pratiche sportive, con il patrimonio artistico paesaggistico, e naturale. Si realizzano nel territorio gli incontri con le professioni, con gli adulti significativi che promuovono lo sviluppo umano del territorio, con le istituzioni amministrative e politiche che in esso operano. Si realizzano nel territorio  esercitazioni, dimostrazioni mostre, cerimonie che restituiscono al territorio il senso di una propria crescita attraverso i giovani che migliorano se stessi alle comunità di appartenenza, Senza un’azione ‘politica’ di convincimento da parte dei giovani verso la comunità adulta diventa difficile per il singolo sottrarsi a modi di vita degradati.

Laboratori del fare

E’ parte integrante dell’ingresso nei ruoli adulti dimostrare a se stessi e agli altri di poter realizzare prodotti utili e compiuti, progettati e realizzati da se stessi. L’orgoglio del saper fare è parte integrante della costruzione di una identità forte, capace di affrontare la complessità. Nel mondo della divisione del lavoro e del prolungamento dell’età non lavorativa,  cimentarsi con il fare rappresenta un modo importante per bilanciare manifestazioni di adultismo puramente esteriori.  Il fare va inteso soprattutto come impresa cooperativa e complessa in cui attraverso il lavoro si sviluppano anche quelle speciali relazioni che riguardano  le capacità cooperative.  Progettare e realizzare  - qualsiasi sia il materiale che si mette in lavorazione – fanno parte del processo di crescita e costituiscono un diritto umano.

Laboratori del corpo

Il benessere del corpo, il buon tono muscolare, la pulizia e quant’altro sono una parte importante del processo di appropriazione di sé, il  primo in cui si manifesta invece il disagio, la stanchezza esistenziale, la noia  pervasiva. Le attività finalizzate a riprendersi il proprio corpo a curarlo, sono quindi tra quelle che maggiormente concorrono allo sviluppo educativo.

Le sfide

La sfida  è parte fondamentale del processo di crescita, è un saggio della propria capacità di tenuta di fronte alle difficoltà e alla fatica. La sfida richiede necessariamente di non  poter disporre di ausili tecnologici o di appoggi sociali. Tipicamente l’ambiente naturale  presenta queste caratteristiche  e l’esperienza ha dimostrato che i nostri giovani spavaldi in realtà hanno difficoltà a stare in ambienti che no siano segnati dalle tecnologie e da  artefatti umani. Una semplice passegiata rappresenta una sfida, a maggior ragione lo sono attività appena più complesse più prolungate o l’esperienza della navigazione.

L’arte

Le diverse forme di arte rappresentano un veicolo comunicativo importante nei confronti del territorio, un momento di sintesi tratta capacità di fare, modi di sfidare il mondo adulto,  di promuovere cambiamenti culturali nel contesto sociale, di comunicare e gridare al mondo di esserci con tutta la propria originalità.
Murales in strada, giocoleria di strada,  teatro, carnevale, ogni manifestazione, ben curata e centrata sull’attività dei giovani rappresenta un momento di crescita importante.

Interazioni tra Centro di Attività e attività scolastiche

La prima e fondamentale interazione  è la progettazione comune. Ogni parallelismo o alternatività deve essere bandita per far posto all’integrazione: i laboratori territoriali sono la verifica di una serie di attività scolastiche, e viceversa il lavoro scolastico spesso può fondarsi su una rielaborazione in chiave disciplinare delle esperienze territoriali.
Occorre quindi organizzare al meglio il trasferimento di competenze tra gli ambiti. Gli educatori che svolgono insieme il lavoro territoriale ed il lavoro scolastico sono i migliori candidati a svolgere questo ruolo e potranno facilitare l’azione dei docenti quando essi stessi saranno impegnati ad esempio nei laboratori di cittadinanza previsti dal percorso di studio.
Contemporaneamente  occorrerà discutere circa il fatto che alcuni laboratori che oggi si svolgono nell’ambito scolastico non debbano più propriamente rientrare nell’ambito del centro di attività.
Quando si propone questo si intende sottolineare non certo la dislocazione fisica, ma soprattutto il fatto che un laboratorio territoriale rispetto ad uno scolastico ha tre caratteristiche  importanti che lo distinguono: è aperto a utenti diversi e non solo a quelli di una fascia di età o di una ‘classe’. Ha una partecipazione molto più libera; ha una finalizzazione molto più ‘progettuale’ che non formativo-disciplinare, cioè punta alla realizzazione di un progetto e non a sviluppare  una competenza non applicata. Tenendo conto della storia e delle condizioni locali  i laboratori scolastici rappresentano una importante cerniera tra il dentro e fuori scuola per fare in modo che i saperi scolastici diventino significativi per sé e perché le esperienze informali siano punto di appoggio per lo sviluppo delle conoscenze disciplinari.

Promuovere la presenza territoriale del Centro di Attività Giovanili

Se il Centro territoriale vuole proporsi come centro di attività giovanile per la cittadinanza deve b necessariamente promuovere una rete di collaborazioni con il territorio, innanzi tutto con le altre iniziative di ‘educativa territoriale’ presenti nel territorio e con e scuole.
La proposta quindi è che il presente documento migliorato ed articolato con le proposte di ciascuno dei centri, sia presentato al responsabile comunale delle educative territoriali e poi alle circoscrizioni perché si facciano promotori di un incontro locale di quanti lavorano nelle attività socio educative. Insieme a ciò  la stesso documento viene presentato alle scuole del territorio per stabilire in quali termini si possa interagire con ciò che la scuola realizza.  Una volta costruita una tale rete di collaborazione, i giovani di un territorio saranno più visibili al sistema formativo che potrà conoscerli e valutare le strategie di approccio  personalizzate. Ciò che dovrebbe accadere è che  si possa intervenire, il più delle volte in via preventiva, a sostenere quelle situazioni che si presentano come rischiose e difficili . In questo senso il Centro di Attività potrebbe rappresentare lo snodo tra interventi standard ed interventi maggiormente specializzati come quello proprio di  progetti di recupero, con un lavoro di continua osmosi  evitando per quanto possibile che i  casi difficili debbano diventare casi gravi  per poter beneficiare di risorse speciali.

 

 
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